….ri-proviamo.

…ho della dimensione esterna il fluire di molte arie.

Le suggestioni che nutrono la parte “molle” creano universi variegati di ospiti e colori.

L’ovvietà di ciò che già sapevamo rende ogni retrogusto un po’ più amaro, perché sono quelle le volte in cui ti vorresti sbagliare.

Non mi ha mai ferito la parola brutta, ma la brutalità della stessa e in pochi comprenderanno.

Ho sempre più sete di ciò che crea disordine perché ho follie che voglio nutrire per non addormentarmi su tavole spoglie….

Giorni di altra pioggia, ma sapremo come asciugarci le ginocchia.

….poi che siano auguri sinceri distolti da sterili incomprensioni

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