Cuore…

…scelgo la musica forte per graffiarmi il cuore affinché possa sentire brividi addosso scendere.

Ho di certi immaginari il riguardo di un amante attento che sa che aspettare è il preludio per ogni volo.

Posso per tempi non programmati restare immune da contaminazioni altre, per poi accendermi al casuale tocco di chi sa arrivarmi gli occhi.

Possiamo non aver mai imparato o addirittura essercene tenuti lontano, ma quando brucia ormai è tardi e può poco la tua resa

Non ci sono consigli per i diretti interessati, svicoleranno sempre con scuse più o meno fasulle, io non ne sono immune.

…. finché mi è dato di sentire andrò dritta al cuore e non importa quanto sangue dovrò versare, fino all’ultima goccia del penultimo respiro….e mai mi tirerò indietro…

Ci sono calici da cui sai di non poter bere, ma Tu farai di tutto per fare il contrario…di tutto, perché certe  follie di sangue non le puoi domare, le puoi solo vivere.

…tu pure.

… ancora una volta rimango senza le parole giuste, ma solo brividi a rincorrersi e mentre polsi e cuore fanno a gara nell’inseguire il sangue mi soffermo in occhi liquidi ascoltandoti dire…

Non ti aspettavo più che nel tardo lontano e invece come nulla fosse, tutti attorno scompaiono rimane la forza del tuo essermi carne e ormai vedo e comprendo invece, la tua  dolcezza amicale quasi per non dover scalfire torri inespugnabili.

….tutti sanno, perché è palese il mio sentire, ma nessuno alimenta il fuoco, tutto rimane immobile.

… stavolta sarà muto il mio ritorno, quasi a congelare l’attimo, così che vi possa tornare nei momenti in cui la fame non avrà rimedio.

(Quando mi è impossibile non toccarti…)

….rubami…

Ti vorrei poi di parole riempire, come carezze umide a scenderti la schiena e poi baciarti fino a che labbra abbiano sete.

Così distanti certi orizzonti che paiono infiniti sono poi abbracciati in linee parallele di un colore puro che pare un fiore ancora chiuso.

Ti vorrei poi del tempo rubare per farti notte e mattina l’ora del venire prima di poter abitare, che ancora non so chi sei….eppure lo so bene chi sei.

Vivo di quel permeare la dolcezza mista di rabbia cruda che scivola la carne umida, per tutto ciò che ancora non conosco eppure bramo la meraviglia.

Se mi aspettassi la fine prima di un pallido inizio, sarei falsa Ancor prima  che il vero sia provato…

Che è un bisogno così intenso che di elettricità illumina pure il cielo…

….se mi prendessi, ci annego.

….ri-proviamo.

…ho della dimensione esterna il fluire di molte arie.

Le suggestioni che nutrono la parte “molle” creano universi variegati di ospiti e colori.

L’ovvietà di ciò che già sapevamo rende ogni retrogusto un po’ più amaro, perché sono quelle le volte in cui ti vorresti sbagliare.

Non mi ha mai ferito la parola brutta, ma la brutalità della stessa e in pochi comprenderanno.

Ho sempre più sete di ciò che crea disordine perché ho follie che voglio nutrire per non addormentarmi su tavole spoglie….

Giorni di altra pioggia, ma sapremo come asciugarci le ginocchia.

….poi che siano auguri sinceri distolti da sterili incomprensioni

…abbi cura

…non mi stupisco ormai più di nulla, ma ci sono parole che squarciano il tempio più armato…lasciandomi inesorabilmente nuda e fragile, o semplicemente…. molto più forte.

Analisi di una storia…

Grazie Ale ❤️

“Le tue mani me le ricordo

Tutto grazie a te si fa bellezza e potrei dirlo alle tue dita e alla tua schiena ai soprannomi ridicoli di tormento riuscito
E quando penso a noi, penso a che storia saremmo stati, se fossi stato meno stronzo, se avessimo evitato la tristezza di lasciarci in un garage. Però sorrido alla tua camicia rosa, alle tue gambe, al dondolo dove oscillavamo e alla notte della volpe quando sotto la neve abbiamo visto il derby. E sai che mi ci sono perduto in quel tramonto, nelle cose che abbiamo mancato e in quello che non sono stato capace. Diciamo è facile, le parole dopo anni, la memoria è fallace, ma poi è l’età che ci fa tenere il bello.
Abbi cura
Ale “

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